HIV, ogni 100 secondi un under 20 contagiato

Bastano soltanto 100 secondi per far alzare il numero dei bambini, adolescenti e ragazzi sotto i vent’anni contagiati dal virus dell’HIV nei cinque continenti. Salgono quindi a 2,9 milioni gli under 20 nel mondo costretti a convivere con il virus dell’Aids.

Ad annunciarlo è l’Unicef che ha diffuso un nuovo rapporto relativo i dati dello scorso anno.
Si tratta di dati allarmanti, resi ancora più drammatici dall’intero contenuto del report.

Se in Italia abbiamo un sistema sanitario che copre integralmente le cure delle persone sieropositive e che offre gratuitamente il test HIV (qui tutte le strutture dove farlo), lo stesso non vale ovunque.

HIV, cure e prevenzione sono insufficienti nelle zone del mondo più colpite

La prima informazione che desta preoccupazione, infatti, è la denuncia di come cure e prevenzione, per i minori, siano del tutto insufficienti nelle zone del pianeta maggiormente colpite e con un considerevole numero di contagi tra la popolazione.

Il 2019 è stato l’anno in cui nel mondo nemmeno la metà degli under 20 è stata raggiunta dalla prevenzione, non avendo accesso alle cure salvavita. Si tratta di cifre estremamente basse, se si considera che la percentuale degli adulti raggiunti dalle cure è del 63%, mentre delle loro madri è dell’86%. A questi tristi dati si aggiungono i numeri dei bambini morti a causa dell’Aids, così alti da far risultare la situazione piuttosto critica. Nel dramma, il totale dei bambini deceduti perché colpiti dal virus sono 115mila, di cui 78mila tra zero e nove anni e 37mila tra i dieci e i diciannove.

Continuando con la lettura del report, salta all’occhio la triste notizia di un disequilibrio tra gli stati più colpiti nella prevenzione e cura dei loro popoli, malgrado siano stati parecchi i progressi positivi della ricerca scientifica contro il tremendo Aids e il virus dell’HIV. Tale disparità è ancora più dolorosa se si pensa che i dati sono riferiti alla protezione della salute per i bambini. Nella classifica delle regioni maggiormente interessate al dramma dell’Aids, l’Africa del nord e il Medio Oriente sono al primo posto per le cure ai minori, con l’82% dei bambini raggiunti, al secondo l’Asia del sud con il 75%, al terzo ci sono insieme il sud e l’ovest dell’Africa con il 59%, al quarto il Sud- Est Asiatico con il 51%, al quinto le isole Caraibiche e i Paesi dell’America del sud, mentre i dati maggiormente scoraggianti sono quelli degli stati al centro dell’Africa che con il 32% risultano il fanalino di coda.

Il Coronavirus ha acuito il dramma

Purtroppo la pandemia mondiale dovuta al Coronavirus ha ingigantito maggiormente la situazione già così drammatica, aumentando il rischio di contagio HIV. Questi dati, infatti, si riferiscono al periodo precedente alla crisi del Covid-19, prima che venissero interrotte del tutto le cure, la prevenzione e la salvaguardia dei bambini, degli adolescenti e dei ragazzi. Attualmente non esiste un vaccino contro l’HIV, per i minori sono contagiati in massa e muoiono senza poter ricevere assistenza.

La terribile situazione che ha causato il propagarsi del Covid-19 ha fatto in modo che si ampliassero le disparità d’ingresso verso le cure dell’Aids per i minori e per le donne in gravidanza in ogni posto del mondo. Secondo un sondaggio condotto dall’Unicef sono diminuiti di oltre l’11% i servizi rivolti a queste fasce della popolazioni più fragili, diffuse ovunque. Si corre il rischio di cadere nel pessimismo se si pensa a come siano coperti dalle cure e dalla prevenzione contro l’HIV così pochi bambini, rispetto il periodo prima della pandemia.

Durante i mesi estivi del 2020 si è verificata una minima ripresa delle cure dei servizi rivolte agli under 20 contro l’Aids. La sfida però è ancora aperta in quanto i dati non sono vicini agli obiettivi dell’Unicef verso la sconfitta del propagarsi del virus HIV nei bambini. È per questo che viene avanzata la richiesta a tutti i governanti del globo terrestre di ampliare i servizi sanitari pubblici per i bambini e l’assistenza pediatrica. Solo in questo modo si potranno portare avanti piani di protezione e sostegno nella lotta contro il gravissimo male dell’Aids.