educazione montessoriana

Se avete figli o stiate pianificando di diventare genitori, avrete di sicuro sentito parlare di una delle più famose pedagogiste della storia: Maria Montessori ha lasciato il segno con i suoi insegnamenti e ancora oggi, un importante filone educativo si rifa agli approcci che lei ha lasciato nei suoi scritti e nella sua esperienza. Ma qual è il motivo per cui è così celebre? Quali sono le basi per capire a fondo le sue teorie e riuscire a metterle in pratica nella vita di tutti i giorni? Perché utilizzare gli strumenti dell’educazione montessoriana? E perché c’è chi li giudica negativamente? Cerchiamo di rispondere a tutte queste domande per chiarire al meglio le idee di chi volesse avvicinarsi a questi temi.

Maria Montessori

Chi è stata Maria Montessori?

Si consideri che Maria Montessori è stata il primo medico donna in Italia: si laureò dopo un percorso non senza insidie (inizialmente si iscrisse alla Facoltà di Ingegneria) con una tesi in Psichiatria. Ma tralasciando i dettagli del percorso accademico che l’ha portata al successo, ci interessa capire le fondamenta del suo metodo educativo e come è entrato a far parte del mondo della scuola. Nel 1907 la Montessori aprì il suo primo centro educativo denominato la “Casa dei bambini”: qui si posero le basi di un approccio totalmente innovativo, in cui il bambino aveva la possibilità di sperimentare e provare una serie di attività, la cui scelta avveniva autonomamente e con spazi e ambienti creati appositamente per loro. Negli anni a seguire nacque la cosiddetta opera Nazionale Montessori con lo stesso Mussolini che divenne il primo fan dell’educatrice: l’appoggio del Duce fascista, il quale promosse la diffusione del modello “Casa dei bambini”, costò caro alla stessa Montessori che vide chiudere le strutture e fu costretta all’esilio. Trasferitasi in India, ebbe la forza di continuare a promuovere i propri metodi anche fuori Italia, ottenendo ottimi risultati e grande riconoscenza. Le fasi successive videro un suo rientro in Italia, con la riapertura dell’Opera Nazionale Montessori, e successivamente il trasferimento nei Paesi Bassi, dove avvenne la morte all’età di 82 anni.

In cosa consiste il metodo?

Nelle righe precedenti abbiamo avuto modo di capire quanto forte sia stata la spinta di Maria Montessori a comprendere il fantastico mondo dei bambini: ma quali sono le basi dell’educazione montessoriana attuale? Nella società attuale, sempre spesso frenetica e basata su ritmi che per forza di cose cozzano con le necessità dei più piccoli, è difficile dare il giusto spazio al loro naturale sviluppo. Questo è il concetto di base: dare l’opportunità ai bambini di avere i loro tempi, di assecondarli nella loro smania di conoscenza e scoperta, nella loro irrefrenabile voglia di migliorare ed imparare è la strada più breve e più gratificante che un genitore ed un educatore può intraprendere. Tutto ciò è legato all’importanza che la Montessori dava all’indipendenza dei bambini: la collaborazione, l’affiancamento e il supporto devono essere costanti per dar loro modo di coordinare i movimenti, verificare le proprie potenzialità e gestire le proprie emozioni. La capacità di autoregolazione, di autodisciplina e automiglioramento sono principi cardine nell’ambito di questo approccio. Difficile sintetizzare tutto in poche righe ma per chi volesse approfondire sul sito tuttomontessori.com è stilata una lista di libri sul metodo Montessori: all’interno di questo elenco troverete senz’altro spunti e riflessioni ancora più specifiche per approfondire ed iniziare a mettere in pratica tutti i consigli che l’educatrice ha voluto tramandare.

Come iniziare col metodo Montessori?

E’ vero, finora sembra tutto molto teorico: ma come fare per iniziare? La cosa principale che potete cominciare a fare per passare dalle riflessioni alla pratica è quella di iniziare a pensare con la mente di un bambino. Questo non può non partire dall’idea di creare ambienti pensati e sviluppati su misura sulle sue esigenze, fisiche e psicologiche: la sua cameretta avrà libri, strumenti e giocattoli tutti a sua disposizione, in modo che abbia da solo la possibilità di sperimentare e mettersi alla prova. Sarà in questo modo che inizierà ad apprendere e migliorarsi: insegnanti o genitori saranno lì a supportare il bimbo nelle sue attività ma sempre con l’ottica di dargli la possibilità di sviluppare al 100% il suo potenziale. E’ innegabile che sia un approccio più faticoso, almeno in un primo periodo: accettare i ‘piccoli guai’ che un bambino può creare quando è alle prese con la crescita e la scoperta appare inizialmente molto complicato (si ha sempre l’idea che si debbano impartire regole molto rigide) ma col passare del tempo ci si renderà conto che la comprensione e l’aiuto saranno per i più piccoli le radici fondamentali su cui fonderanno l’autostima dell’adulto che verrà.